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“Sweet Sensations” a Bellavita Amsterdam 2018, l’intervista esclusiva a Sarena Solari - Parte 2

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Un ringraziamento speciale a Sarena Solari (vincitrice di Heel Holland Bakt 2015, una competizione di cucina incentrata su dolci e prodotti da forno), che ha portato a Bellavita Amsterdam 2018 la sua passione per la pasticceria in una masterclass dedicata ai dolci. Zabaglione, pere caramellate e kletskoppen – queste le componenti di un dessert al cucchiaio originale che sposa due identitá culinarie, quella olandese e quella italiana, specialmente nel biscotto croccante kletskoppen , realizzato in questo caso con la rinomata mandorla di Avola. Qui la seconda parte della nostra intervista con questa pasticcera apassionata e creativa.

  • Come ti ha cambiato l’esperienza televisiva su “Heel Holland Bakt”?
    La mia partecipazione a Heel Holland Bakt è stata da me decisa all’ultimo momento ed è stata una cosa improvvisata. Aver vinto la competizione mi ha fatto capire che spesso nella vita vale la pena provare a fare cose che all’apparenza sembrano impossibili e mi ha dato molta più sicurezza in me stessa.
  • Cosa ti piacerebbe vedere di piú sulle tavole degli olandesi?
    Più che “sulla” tavola, vorrei vedere un cambiamento degli olandesi “a” tavola. Attualmente i pasti sono considerati interruzioni della vita quotidiana da espletare in modo rapido, vorrei invece che fossero considerati come parte importante della giornata e che venissero consumati in modo piacevole, goduti e apprezzati.
  • A cosa ti ispiri di piú in cucina?
    Sono nata in provincia di Piacenza, Emilia Romagna, in un piccolo paese contadino dove ogni famiglia, ogni evento richiama vecchie tradizioni e riti antichi. Mi mi ispiro a queste tradizioni che non si limitano semplicemente al cibo. Dietro ad ogni ricetta c’e’ una storia e sono queste storie in particolare a cui sono interessata.
  • Come credi si evolverá la cucina italiana nei prossimi cinque anni?
    Forse un piccolo cambiamento ci sarà ai massimi livelli dove vengono applicati sistemi sempre più innovativi. Probabilmente ci sarà un processo di “internazionalizzazione” ma penso che la base della cucina italiana sia la stessa da secoli e questo attaccamento alle radici è la sua forza.
    Personalmente mi auguro che ci sia da parte degli italiani un’apertura verso il mondo fuori, un’accettazione e valutazione di quello che è diverso e, non come adesso, un rifiuto di tutto quello che non e’ Made in Italy.



Leggi la prima parte dell'intervista.