Fondata dal Conte Ruggero d’Altavilla nel XII secolo, fu affidata ai monaci Teatini, in un primo tempo, per poi trasmetterla ai Benedettini. A questi ultimi va attribuita l'inizio della produzione del vino, che divenne in breve il più richiesto dalle mense baronali e vescovili dell’isola di Sicilia. A lungo, l'Abbazia Santa Anastasia fu il centro culturale ed economico della zona, proprio grazie all'interesse per il vino. Successivamente all'abbandono dell'Abbazia da parte dei Benedettini la struttura subì un tracollo che la portò ad essere un rudere.
I risultati d'eccellenza sono stati resi possibili anche grazie all'apporto di due figure come
Giacomo Tachis e Riccardo Cotarella. Con interventi mirati e molta cura è stato possibile recuperare i terreni abbandonati, riportandoli all'originale rigoglio sfruttando anche le
eccezionali caratteristiche del microclima.